Il senso della mediazione linguistica o interculturale si pone come obiettivo quello di creare una relazione efficace tra gli interlocutori, che siano questi clienti o business partner stranieri. Pur di non incombere in malintesi culturali più o meno giustificati, il nostro consiglio è affidarsi a esperti e linguisti del campo specializzati in una data lingua e relativa cultura. Non sembrerà strano ora pensare al binomio formativo che le università di lingua propongono, tra lingua e cultura. È difficile trovare un percorso universitario linguistico che proponga lo studio della lingua senza approfondire le materie più umanistiche e culturali.
Al fine di relazionarci, dobbiamo quindi essere disposti a cambiare il “software della mente” in modo da poter comprendere comportamenti altrui che di primo impatto potrebbero risultare inappropriati, offensivi, maleducati.
Vediamo quali possono essere alcune delle aree tematiche a cui prestare attenzione quando si interagisce con un interlocutore straniero.
Stile di comunicazione e tono di voce nella mediazione linguistica
Alcune culture, tipo del Nord Europa e America, privilegiano la comunicazione diretta, senza troppi giri di parole alcune culture, altre, tipo quelle più tipicamente dell’area asiatica e orientale potrebbero preferire per una mediazione e una comunicazione indiretta.
Al contempo, mentre nei paesi mediterranei il tono di voce tende a essere relativamente più alto di quello frequentemente tenuto da culture nord europee o asiatiche. Mentre per qualcuno, tenere un tono di voce alta potrebbe risultare del tutto normale, per altri potrebbe essere motivo di imbarazzo o di malinteso.
Normalmente nel mezzo di un dialogo, siamo invitati eticamente a rispettare i turni di parola onde evitare una sovrapposizione di voci. Ma potrai notare che per alcune culture come quelle mediterranee, sovrapporre le voci sembra indicare segno di partecipazione alla discussione.
Gestualità e mimica facciale: la comunicazione non verbale nella mediazione culturale
Spesso si dice che lo sguardo o il corpo valgano più di mille parole. il potere che la comunicazione non verbale non è assolutamente da sottovalutare, specialmente in campo di business e specialmente in contatto con persone e interlocutori stranieri, con i quali potremmo non condividere stesse abitudini o linguaggi non verbali.
Non aver un controllo delle emozioni o del proprio stato d’animo può risultare vantaggioso in paesi come Russia o dell’America Latina. Ma se dovessimo interloquire con un cliente di origine nord europea o asiatica, lasciare trasparire dal proprio viso ciò che proviamo non è proprio consuetudine accetta. Ti tende in culture come queste a controllare le espressioni facciali e il proprio viso.
Mantenere il contatto visivo è un altro aspetto che per i paesi occidentali è quasi obbligatorio, mentre per paesi indiano o africani, evitare di guardare negli occhi è considerato come una forma di rispetto, specie se al cospetto di persone più anziane.
Le mani, il linguaggio dei segni. Ogni singolo gesto per noi usuale o accettabile per qualcun altro potrebbe essere invece simbolo di maleducazione o motivo di fraintendimento.
La concezione del tempo
Il tempo per molti paesi è denaro, una risorsa da non poter sprecare, ma piuttosto da investire al meglio. Ad esempio per paesi del Nord Europa, Germania, Svizzera, Olanda, Regno Unito, è bene rispettare le scadenze e gli impegni. Mentre paesi più latini, come il Messico, o orientali come l’India, sono più tolleranti e flessibili sulla questione ritardi, poiché per loro il tempo è relazione. Tengono molto più a ottimizzare il tempo per creare legami con le persone piuttosto che a seguire schematicamente programmi prestabiliti, senza ombra di sgarro.
La concezione del tempo e il concetto di puntualità dipende molto dal contesto sociale e culturale, oltre che da una percezione soggettiva e individuale.
Business etiquette, tra mediazione linguistica e interculturale
Ciò non toglie però che per permettere una connessione con l’altro, si debbano conoscere la diversità, il background, le peculiarità insite in ogni individuo, che possono fare la differenza nel corso di una mediazione linguistica e una mediazione interculturale.
È quello che succede quando si parla di business etiquette. È buona abitudine in campo professionale atteggiarsi o porsi in un modo piuttosto che in un altro. “Il business non ammette ignoranza”, è meglio quindi prepararsi a un incontro internazionale, e il migliore dei modi è affidarsi a un interprete che sappia come muoversi, cosa dire, e come posare. Avvalersi della mediazione interculturale oltre che linguistica di un interprete può essere la tua carta vincente.
Ufficio Stampa Congressi Internazionali