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L’INTERPRETE – LUOGHI COMUNI vs REALTà – PARTE 2

Ha riscosso molto successo e generato grande curiosità la nostra intervista a Marta, da dieci anni interprete di conferenza, specializzata in marketing, turismo e moda.

Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista e continuiamo in nostro viaggio nel “backstage” dell’attività dell’interprete; vi raccontiamo cosa si nasconde dietro ai vetri delle cabine di interpretariato, dove ogni interprete, tra bottigliette d’acqua, appunti e stratagemmi vari, porta con sé emozioni, paure, e una grande responsabilità.

Abbiamo più volte sottolineato l’importanza del tuo ruolo. Quali sono le qualità che dovrebbe secondo te possedere un bravo interprete?

Un’ottima preparazione, serietà e precisione sono essenziali nel nostro lavoro.

Una conoscenza approfondita dell’argomento di cui si tratta è fondamentale. Ma di quali risorse può servirsi un interprete di conferenza?

Generalmente, e fortunatamente, la maggior parte dei clienti invia all’interprete una documentazione dettagliata dell’evento in oggetto: agenda, orari, presentazioni, relatori e partecipanti. Capita però a volte di non avere alcun tipo di informazione fino all’inizio dei lavori: in quel caso bisogna solo concentrarsi, affidarsi alle proprie competenze e, se necessario, improvvisare!

A proposito di concentrazione, l’interprete deve saper ascoltare, memorizzare, tradurre e riprodurre in un’altra lingua uno o più concetti in un brevissimo lasso di tempo. Come riesci ad immagazzinare tanto rapidamente le informazioni e a rimanere concentrata allo stesso tempo?

Per aiutare la memoria vengono in aiuto gli appunti presi nel corso dell’intervento dell’oratore; usiamo spesso simboli, segni e abbreviazioni e la nostra memoria a breve termine è molto allenata! Inoltre, proprio perché per trasferire al meglio il senso del messaggio dell’oratore occorrono livelli massimi di concentrazione, un interprete non potrebbe lavorare più di 30-40 minuti a sessione. Ecco perché, soprattutto per esempio nell’interpretazione simultanea, gli interpreti lavorano in coppia, alternandosi continuamente.

La collaborazione tra interpreti in cabina è fondamentale. Che rapporto hai con i tuoi colleghi?

L’interpretazione simultanea è un lavoro di squadra: cerco sempre di stabilire una buona intesa con il/la collega per garantire un servizio efficace e fluido ed essere sicura di avere una spalla su cui poter contare in caso di imprevisti. Non si può certo pretendere di andare d’accordo con tutti, ma basta un po’ di collaborazione per evitare spiacevoli inconvenienti.

È proprio vero che dietro ai vetri delle cabine si nascondono storie, emozioni, gioie e dolori! 

Ho condiviso con voi solo una piccola parte della mia vita da interprete. Se avete tempo e voglia, ho ancora tanto da raccontare!


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