Accenti e interpretariato, interpreti e linguaggio del corpo. Ecco cosa va considerato in una comunicazione ottimale e ben riuscita.
Quello che contraddistingue un traduttore da un interprete è la modalità in cui il messaggio originale viene trasposto nella lingua di destinazione. Un testo scritto difficilmente riesce a far trasparire chiaramente la tonalità o l’emozione di chi sta comunicando qualcosa. Nella comunicazione orale del public speaking, il linguaggio verbale e non verbale sono il cardine del lavoro di un interprete professionista.
Basti pensare a quanto nel quotidiano, la postura o l’intonazione possano giocare un ruolo fondamentale nel successo di una relazione interpersonale. Il contatto diretto con un interlocutore si avvale della comunicazione non solo puramente linguistica.
Un interprete di interpretazione consecutiva dovrà più sapientemente riuscire a controllare le proprie emozioni, rispetto a un interprete di simultanea, per il fatto che in consecutiva è previsto che lui sia “visibilmente” esposto. L’interprete di simultanea lavorando all’interno di cabine insonorizzate, lontano dai riflettori, dovrà invece concentrarsi più sull’intonazione e sugli accenti.
Alcuni studi dimostrano che i segnali di comunicazione non verbale siano determinanti e trasparenti nella trasmissione di un messaggio. L’interprete deve quindi imparare a conoscere i propri canali di comunicazione (espressioni facciali, contatto visivo, movimenti del corpo) e a gestirli nella comunicazione in cui si ritrova a operare. Diversamente dal linguaggio verbale, quello non verbale è meno controllabile a livello inconscio. Su di questo, può – e deve – essere “solamente” esercitato un potere e un controllo mentale, così da manipolarlo e da smussarlo secondo le proprie necessità. Secondo lo studioso Argyle, le due componenti, verbale e non verbale, in realtà per certi versi sono strettamente correlate, come se alcuni elementi di quella verbale trovino un corrispettivo nei gesti di quella non verbale.
Il termine gesto deriva dal latino gerere, cioè compiere. L’istinto umano si rispecchia molto in quello animale per la sua tendenza a agire e abbandonarsi alle emozioni e allo “stimolo”. Ma quello che distingue l’uomo dall’animale, è la sua capacità di controllare le proprie sensazioni e i propri sentimenti, in seguito a un evento o in un determinato contesto. La capacità di presa di consapevolezza e di controllo emotivo.
Altri studi dimostrano quanto l’identità stessa dell’interprete professionista in campo venga fuori nel linguaggio parlato, in base al suo tono di voce e al suo accento. Cosa c’è di più intimo della propria cadenza e del proprio accento regionale? Quanto spesso capita di indovinare la provenienza di una persona in base al suo modo di parlare e alle sue inflessioni? Sono tutti tratti distintivi di ogni singolo individuo, che difficilmente si riesce a annientare totalmente. Quello che l’interprete solitamente viene chiamato a fare è di esercitare l’italiano standard, per mezzo di esercizi fonetici e di dizione sotto la guida di un vocal coach.
Nella traduzione orale di un messaggio da una prima lingua a una seconda lingua, l’accento e la cadenza certamente non si perde del tutto. Ci saranno sempre dei punti e delle sfumature nel parlato che faranno capire la vera provenienza di chi parla. Un francese che si rivolge a un tedesco usando come lingua veicolare l’inglese tratterrà il tratto distintivo della erre moscia (rotacismo). Così come potrebbe avere ancora più difficoltà a comprendere un inglese parlato con accento irlandese, australiano o scozzese.
È opportuno considerare anche altri aspetti degli aspetti tipici della produzione orale e del paralinguaggio, come la respirazione, la velocità dell’esposizione e delle pause, il volume della voce. La voce, la parola sono ciò che identificano e caratterizzano un individuo. Per tale motivo, la correlazione tra accenti e interpretariato è un argomento e un aspetto da valutare.
Cosa puoi fare tu per il tuo evento internazionale? Richiedere sempre, sempre un interprete che sia madrelingua, il cui accento e cadenza corrispondano possibilmente al target di destinazione.
Ufficio Stampa Congressi Internazionali